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3 dicembre 2008

Quanto si potrà risparmiare sulla rata con il Decreto anticrisi? Se lo chiedono – con una certa speranza – tutte le famiglie italiane alle prese con un mutuo a tasso variabile. La risposta, naturalmente, non è univoca: ogni contratto di finanziamento fa storia a sé, a seconda del momento in cui è stato stipulato, della durata e del ricarico applicato dalle banche.
Qualche stima, però, si può azzardare: prendendo in considerazione un finanziamento da 100mila euro stipulato nel settembre 2005 (prima cioè del rialzo dei tassi) al tasso Euribor 3 mesi maggiorato di uno spread dell'1,1% (i parametri medi utilizzati nella relazione tecnica al Decreto) e applicando il «tetto» del 4%, la rata di gennaio di un mutuo ventennale sarebbe pari a 613 euro rispetto ai 676 euro versati a novembre. Un risparmio che sfiora, insomma, il 10% e che, come si vede nella tabella a fianco, può superare il 13% nel caso di prestito a 30 anni e si riduce al 4,2% se la durata è di 10 anni.

L'effetto è tanto maggiore quanto lo spread è più oneroso: se la maggiorazione bancaria è dell'1,5%, per esempio, la riduzione della rata sfiora i 100 euro (-16,7%) per i mutui trentennali. Viceversa, l'impatto si affievolisce per spread inferiori: se questo fosse pari allo 0,7% i risparmi sarebbero compresi fra il 3 e il 9,6%. In quest'ultimo caso è inoltre possibile che le forze di mercato stesse spingano ancora più in basso il parametro interbancario (ieri l'Euribor 3 mesi è sceso al 3,78% e domani la Banca centrale europea ridurrà ancora il costo del denaro) in modo da rendere pressoché «virtuale» l'intervento del Governo.

I vantaggi non valgono tuttavia per tutti i mutui variabili stipulati prima del 31 ottobre 2008. Il tetto del 4% si applica infatti soltanto a quei prestiti che al momento della sottoscrizione prevedevano un tasso inferiore a tale soglia. Una circostanza, questa, che in linea di massima (si veda il grafico a fianco) si è verificata per tutti i finanziamenti accesi fra il 2003 e metà del 2006. Per gli altri, il limite oltre il quale lo Stato si accolla l'eventuale eccedenza è stabilito dal tasso di interesse pagato all'epoca della prima rata e occorrerà verosimilmente attendere un'ulteriore riduzione degli Euribor per avere impatti di pari entità.

Qualche perplessità sull'effettiva efficacia del Decreto anticrisi la hanno manifestata pressoché in coro le associazioni dei consumatori, che lamentano inoltre la mancata emanazione dei regolamenti attuativi di quel Fondo di garanzia per la sospensione e il rinvio delle rate per le famiglie in difficoltà previsto nell'ultima finanziaria del Governo Prodi e da allora rimasto però lettera morta.

Sotto questo aspetto, tuttavia, proprio ieri si sono registrate le importanti iniziative di due fra i principali gruppi bancari italiani. Con Insieme 2009, UniCredit Group si è infatti impegnata a sospendere gratuitamente e per un periodo massimo di 12 mesi il pagamento della rata a tutte quelle famiglie in difficoltà a causa di possibili eventi straordinari quali la perdita del lavoro, la cassa integrazione, la separazione o il divorzio, oppure il decesso di uno degli intestatari. A usufruire di tale facoltà saranno le famiglie con minor reddito (fino a 25mila euro lordi per nucleo al momento della sottoscrizione), che potranno così posticipare i pagamenti in sospeso alla scadenza del mutuo senza oneri aggiuntivi.

Un limite, quest'ultimo, che invece non pone il Gruppo Montepaschi: dal prossimo anno la banca senese offrirà indistintamente a tutte le famiglie che hanno un mutuo per acquisto e ristrutturazione della prima casa la possibità di sospendere, senza costi addizionali, il pagamento delle rate in scadenza nel 2009 o in alternativa il versamento della sola quota interessi.

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